FONDO FOTOGRAFICO LINO “WILLIAM” MICHELINI

Consistenza e tipologia del fondo. Il fondo comprende 91 documenti così suddivisi: 91 fotografie positivi su carta, formati vari da 9x14 a 19x26.

Le fotografie sono pervenute: 26 all’interno di un album; 65 sciolte.

Provenienza.
Donate negli anni ‘90 da Lino Michelini.

Argomento. Celebrazione del Ventesimo Anniversario della Formazione delle Unità Italiane in seno all’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia (settembre 1963).
Sfilata celebrazione del 25 aprile 1975 a Bologna.

Estremi cronologici.

Settembre 1963; 25 aprile 1975.

Storia dell'utilizzo dei documenti.

Michelini «William» Lino, da Ida Michelini; nasce il 29/12/1922 a Bologna; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Meccanico. Aderì al PCI nel gennaio 1942, tramite l'organizzazione clandestina presente nell'officina ove lavorava.
Svolse attività clandestina contro la guerra e il fascismo in contatto con il gruppo comunista della zona S. Vitale-Mazzini (Bologna). Fu tra i primi dirigenti dei nuclei partigiani di Bologna da cui sorse la brigata 7. GAP Gianni Garibaldi in cui militò con funzione di comandante di distaccamento. Partecipò all'azione che portò alla liberazione di 240 detenuti politici antifascisti dal carcere di S. Giovanni in Monte (BO) il 09/08/1944, rimanendo ferito alle gambe. Dopo un solo mese di cura e nonostante le menomazioni postume, riprese l'attività di gappista. Partecipò alla battaglia di Porta Lame, del 07/11/1944, con la responsabilità di commissario politico della base di via del Macello. Sostituito il comandante di battaglione Bruno "Aldo" Gualandi, rimasto ferito, dopo molte ore di combattimento, guidò lo sganciamento attraverso il canale del Cavaticcio, mettendo in salvo i partigiani della base. Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dal 09/09/1943 alla Liberazione, gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: «Già distintosi per i numerosi sabotaggi industriali e ferroviari coraggiosamente perpetrati a danno del nemico, veniva prescelto con alcuni partigiani per l'audace colpo di mano che ha ridato la libertà a duecentoquaranta detenuti politici rinchiusi nelle carceri di S. Giovanni in Monte. Attaccato ed immobilizzato il forte presidio fascista di guardia, affrontava l'unica sentinella sfuggita alla sorpresa e, benché da essa ferito alle gambe, riusciva in una furiosa lotta corpo a corpo ad averne ragione, spianando con il suo valore la via ai reclusi rei di amare la Patria. Sottoposto ad amputazione a seguito delle ferite, non desisteva dalla lotta e nel combattimento di Porta Lame, sostituito il proprio comandante caduto ferito, portava per ben tre volte i suoi uomini al contrattacco riuscendo a spezzare il cerchio nemico. Con senso di nobile cameratismo provvedeva al ricupero di tutti i feriti mascherando per sua iniziativa la pietosa missione con una cortina di fuoco artificiale. Magnifico esempio di cosciente valore e di generosa audacia». "William" era il suo nome di battaglia, tale è rimasto da allora e così è da tutti conosciuto.
È stato presidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia della provincia di Bologna e presidente del Coordinamento regionale Emilia-Romagna. È morto a Bologna l'8 luglio 2014.

Le informazioni della Biografia sono estratta dal Dizionario Biografico online e dal sito del Comune di Bologna:
http://www.comune.bologna.it/iperbole/isrebo/strumenti/strumenti.php
A cura di Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna "Luciano Bergonzini", Istituto per la Storia di Bologna, Comune di Bologna, regione Emilia Romagna, 1985-2003, 6 v.
http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/people/detail/41212